lunedì 5 ottobre 2009

CAMBIAMENTI CLIMATICI: 138 MILIONI DI BAMBINI MALNUTRITI ENTRO IL 2050

Ai Climate change talks in corso a Bangkok è stato presentato un rapporto shock dell'International food policy research institute statunitense (Ifpri) che prevede che entro il 2050 ci saranno 25 milioni di bambini in più che conosceranno la malnutrizione a causa degli effetti del cambiamento climatico. Il rapporto "Climate Change: Impact on Agriculture and Costs of Adaptation" è la più grande valutazione mai realizzata a livello mondiale riguardante gli effetti dei cambiamenti climatici sull'agricoltura ed include due rapporti separati preparati per l'Asian development bank e la Banca mondiale.


clip_image002


L'Ifpri evidenzia che il global warming comunque fa solo da moltiplicatore de i un'ingiustizia planetaria: «Se non ci fosse il cambiamento climatico, il numero dei bambini malnutriti dovrebbe raggiungere i 113 milioni entro il 2050. Ma sotto gli effetti del cambiamento climatico, questa cifra dovrebbe superare i 138 milioni nello stesso periodo».


Lo studio mette insieme i modelli climatici che prevedono cambiamenti nelle precipitazioni e nelle temperature e le previsioni di produzione cerealicola, per comprenderne gli effetti biofisici grazie all'aiuto del modello economico dell'Ifpri per l'agricoltura mondiale che prevede produzione, consumo e commercio dei principali prodotti agricoli.


Tutti modelli che però non prevedono: gli effetti della variabilità del clima; la perdita di terre arabili anche a causa del livello dei mari; cambiamenti indotti in parassiti e malattie delle colture dal cambiamento climatico; l'aumento della variabilità nelle portate dei fiumi e lo scioglimento dei ghiacciai... tutti fattori che potrebbero aumentare i danni del cambiamento climatico per l'agricoltura.


image


Uno degli autori del rapporto, Gerald Nelson, ha spiegato a Bangkok che «Questo risultato potrebbe essere evitato con sette miliardi di dollari di investimenti supplementari nella produzione Agricola per aiutare i contadini ad adattarsi agli effetti del cambiamento climatico. Investimenti sono necessari nella ricerca agricola, nel miglioramento dell'irrigazione e in strade che consentano ai piccoli agricoltori di avere accesso ai mercati. L'accesso all'acqua potabile sana ed all‘educazione delle ragazze sono ugualmente essenziali».


Piove sempre meno, ma sempre sul bagnato: sono i Paesi in via di sviluppo i più colpiti dal cambiamento climatico e quelli che dovranno confrontarsi con la maggiore riduzione di produttività agricola, con conseguenze che si annunciano particolarmente pesanti nell'Africa sub-sahariana e nell'Asia meridionale.


«L'agricoltura é estremamente vulnerabile al cambiamento climatico, per il fatto che le colture sono meteo-dipendenti - spiega Mark Rosegrant, responsabile ambiente e tecnologie di produzione dell'Ifpri - I piccolo agricoltori nei paesi in via di sviluppo ne soffrono di più. Tuttavia, il nostro studio trova che questo scenario della produzione abbassata e dei prezzi elevati e dalla malnutrizione crescente dei bambini possa essere evitato».


Il problema è proprio quello che si sta discutendo a Bangkok e che resta uno dei maggiori ostacoli per il raggiungimento di un accordo a Copenhagen: la condivisione delle nuove tecnologie per adattarsi al global warming. «Senza nuove tecnologie, né adeguamento da parte dei contadini - dice il rapporto - il cambiamento climatico potrebbe ridurre del 30% la produzione di grano nel 2050nei Paesi in via di sviluppo, comparato ad uno scenario senza cambiamento climatico».


Anche in assenza di cambiamenti climatici, i prezzi dei generi alimentari aumenteranno, ma il cambiamento climatico rende il problema peggiore. Senza cambiamenti climatici, nel 2050 i prezzi del grano a livello mondiale sarà aumentato di quasi il 40%; con i cambiamenti climatici aumenterà tra il 170 ed il 194%. Per il riso è previsto un aumento "normale" del 60%, con il climate change arriverò ad un più 113 - 121%. In condizioni normali nel 2050 i prezzi del mais sarebbero del 60% in più, ma saliranno del 148 - 153% con il global warming.


Rosegrant sottolinea che «Se i governi ed i donatori di fondi cominciano immediatamente ad in vestire in maniera rimarchevole per l'adattamento dei contadini, possiamo cambiare questo avvenire oscuro».


Ma l'Ifpri dice anche che i soldi da soli non bastano: occorre anche un mercato agricolo davvero aperto per assicurare che il cibo raggiunga le popolazioni povere che ne hanno bisogno mentre la crisi finanziaria le colpisce più forte.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gratis il modo x accumulare anidride carbonica e fermare il cambiamento climatico

Ciao a tutti, come va?

Il cambiamento climatico imperversa, per fermarlo bisognerebbe accatastare miliardi di tonnellate di anidride carbonica sotto forma di legno o cellulosa.

Qualche anno fa Bill Clinton ( presumibilmente il chairman del governo mondiale) aveva promesso un ricco premio, un milione di euro, a chi avesse trovato un facile metodo per prelevare dall'atmosfera grandi quantità di anidride carbonica.

Vi spiego come, nella maniera che cerco di fare da oltre 20 anni rischiando la vita, subendo minacce di morte tutti i giorni, venendo boicottato, diffamato e perseguitato quotidianamente dagli scagnozzi di Bill Clinton: raccogliendo foglie.

Provo a dirvi il problema completo.

Da una parte bisogna interrompere le emissioni serra utilizzando la Serpentina di Schietti invece di petrolio, carbone, gas, legname.

Poi bisogna riforestare ovunque possibile in particolare le aree desertificate subsahariane, anche coltivando alberi da frutta, perchè il legno è fatto di carbonio, che si ricava dall'anidride carbonica.

Poi infine bisogna utilizzare le foglie di parchi, giardini e boschi per produrre cellulosa invece degli alberi delle foreste.

Le foglie se vengono lasciate marcire nei boschi emettono gas serra. Idem se vengono bruciate negli inceneritori.

Se invece venissero raccolte e lavorate per produrre cellulosa, l'anidride carbonica verrebbe immaganizzata. Possono anche essere utilizzate per produrre cubi e pannelli per edilizia.

E non verrebbero tagliate le foreste per produrre carta igienica, scottex, carta.

Pensate ai parchi e giardini di tutto il mondo, pensate ai boschi, pensate a quanti miliardi di tonnellate di foglie vengono prodotte ogni anno dagli alberi che vengono lasciate marcire o vengono bruciate negli inceneritori.

Secondo i miei calcoli, insieme alla Serpentina e alla riforestazione, con le foglie in 15 anni sarebbe possibile fermare il cambiamento climatico.

Parlatene a tutti, Schietti sa come fermare il cambiamento climatico, Schietti sa come immagazzinare miliardi di tonnellate di anidride carbonica, utilizzando le foglie per produrre cellulosa, ma ogni volta che ne parla cercano di ucciderlo.

Nel 2008 in Val di Vara venne rasa al suolo la mia foresta con cui cercavo di dimostrare pubblicamente con servizi giornalistici quotidiani in internet che si poteva diventare ricchi, salvare le foreste e fermare il cambiamento climatico pulendo i boschi, raccogliendo foglie, ricci di castagne, pigne e tagliando alberi morti.

Ogni volta che spiego che la soluzione al cambiamento climatico sono le foglie comincia a squillare il telefono di casa mia e subisco minacce di ogni genere, per favore aiutatemi.

Grazie dell'attenzione, in attesa della Serpentina di Schietti, della cellulosa ricavata dalle foglie, la parola a Dio e alla prossima catastrofe generata dal cambiamento climatico, ogni volta sempre peggiore.

Domenico Schietti
http://domenico-schietti.blogspot.com/

LinkWithin

Blog Widget by LinkWithin