venerdì 23 gennaio 2009

Perenco e Perù

In alcune delle regioni più remote dell’Amazzonia peruviana vivono 15 diverse tribù di Indiani isolati.
Tra esse vi sono i Cacataibo, gli Isconahua, i Matsigenka, i Mashco-Piro, i Mastanahua, i Murunahua (o Chitonahua), i Nanti e gli Yora.
Tutti questi popoli stanno affrontando terribili minacce. Sono a rischio le loro terre, i loro mezzi di sostentamento e le loro stesse vite. Se non verranno prese misure urgenti, molto probabilmente si estingueranno.
I popoli isolati sono estremamente vulnerabili a ogni forma di contatto esterno anche perché non hanno difese immunitarie verso le malattie occidentali.
La legge internazionale riconosce i diritti territoriali degli Indiani, così come il loro diritto di vivere nelle loro terre nel modo che preferiscono.
A seguito del primo contatto, solitamente oltre il 50% della tribù muore. In alcuni casi, muoiono tutti.
Ma il governo peruviano non rispetta tale legge e non lo fanno nemmeno le compagnie che hanno invaso i loro territori.
Tutto quello che sappiamo di questi popoli dimostra chiaramente che essi vogliono mantenere il loro isolamento. Nelle rare occasioni in cui vengono avvistati o incontrati, rendono ben chiara la loro volontà di rimanere da soli.
In alcuni casi reagiscono ai tentativi di contatto con aggressività, per difendere il loro territorio, oppure lasciano segnali nella foresta che ammoniscono gli estranei a tenersi lontani.
Nel passato, tutti questi popoli hanno sofferto violenze brutali e malattie devastanti, importate dagli stranieri. Per molti di loro, le sofferenze continuano. Hanno chiaramente buone ragioni per non volere il contatto.
Una compagnia petrolifera anglo-francese è pronta a inviare più di 1.000 operai in una parte remota dell’Amazzonia peruviana abitata da Indiani incontattati.

La Perenco ha appena ricevuto il via libera dal governo peruviano per eseguire trivellazioni nella zona. Secondo le stime, potrebbe trattarsi della scoperta petrolifera più importante effettuata in Perù negli ultimi trent’anni.
La Perenco nega l'esistenza di tribù incontattate nell'area nonostante la loro presenza sia stata confermata dal governo peruviano, dal governo ecuadoregno, dalla compagnia che lavorava nell'area in precedenza (la Barrett Resources), nonché dalle organizzazioni indigene peruviane.
Il governo ecuadoregno ha addirittura stanziato 38.000 dollari americani per la protezione di queste tribù e la Barrett ha ammesso che un contatto con esse sarebbe "probabile".
L'organizzazione indigena nazionale del Perù (AIDESEP), che si oppone ai piani della Perenco, ha fatto appello al più importante organismo Latinoamericano per la tutela dei diritti umani, la Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani, sollecitandola ad intervenire per impedire alla Perenco di lavorare nella regione.
Nonostante ciò, la Perenco intende costruire 14 pozzi di petrolio e inviare tra i 1.400 e i 1.680 operai nella zona. I contatti con gli Indiani isolati potrebbero trasformarsi in violenti conflitti o provocare la decimazione degli Indiani a causa di malattie verso cui non hanno difese immunitarie.
Il Direttore di Survival, Stephen Corry, ha dichiarato: “La Perenco sembra determinata sia ad attuare il suo gigantesco progetto sia a continuare a negare la presenza di Indiani isolati nel territorio. Dovrebbe invece rendersi conto che la foresta in cui si appresta ad operare non è una giungla isolata bensì la casa ancestrale di numerosi gruppi di Indiani che, con ogni probabilità, guarderanno ai suoi operai come a degli invasori. Lo hanno riconosciuto tutti, perfino i predecessori della Perenco.
Per vedere il video in inglese sugli Indiani isolati clicca qui.
Il governo deve riconoscere gli Indiani come i legittimi proprietari delle loro terre e
vietare l’esplorazione petrolifera, il taglio degli alberi e ogni altra forma di sfruttamento delle risorse naturali nelle loro terre.
Il ministro dell’ambiente peruviano Antonio Brack, secondo Radio RPP, avrebbe dichiarato che le compagnie petrolifere non sono autorizzate a entrare nelle riserve degli Indiani isolati. Purtroppo ciò non corrisponde a verità. La compagnia brasiliana Petrobras ha firmato un contratto per lavorare nella Riserva Murunahua mentre un consorzio diretto dalla Pluspetrol già opera nella Riserva Kugapakori-Nahua (il controverso Progetto Camisea).
In risposta alla notizia che la compagnia anglo-francese Perenco sia sul punto di inviare più di 1.000 operai in alcune aree settentrionali dell’Amazzonia peruviana abitate da Indiani isolati, il ministro avrebbe dichiarato che “dove è stata dimostrata la presenza di tribù isolate, lo stato ha creato riserve in cui le compagnie non possono entrare e la cui estensione arriva a quasi cinque milioni di ettari”.
Il signor Brack pare abbia anche messo in dubbio l’esistenza di tribù nell’area, ignorando il fatto che l’INDEPA, il dipartimento governativo responsabile agli affari indigeni, abbia già confermato la loro presenza proprio in quelle zone. Il ministro dell’ambiente, inoltre, sembra anche non sapere che la legge peruviana autorizza esplicitamente l’esplorazione petrolifera nelle riserve delle tribù isolate.


Il Ministro sa o finge di non sapere ?






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