sabato 24 gennaio 2009

Lampedusa: diritto di asilo a rischio

Gli enti di tutela dei rifugiati riuniti nel Tavolo Asilo si sono rivolti ieri al ministro dell'Interno Roberto Maroni affinché vengano immediatamente sospese le nuove misure restrittive applicate a migranti e rifugiati arrivati via mare a Lampedusa.
Il ministro Maroni ha disposto, nei giorni scorsi, il blocco dei trasferimenti delle persone giunte a Lampedusa verso centri di accoglienza sul territorio nazionale. E' stato inoltre deciso l'invio sull'isola di due Commissioni che stanno da alcuni giorni esaminando le domande di asilo.
Nel frattempo migranti e richiedenti asilo restano nel centro, che risulta sovraffollato, con evidenti conseguenze per le condizioni igienico - sanitarie e rischi per le persone vulnerabili, tra cui le donne, i bambini e i minori non accompagnati. Questi ultimi, peraltro, dovrebbero essere trasferiti in centri per minori.

Al 21 gennaio 2009 erano presenti oltre 1800 persone, a fronte di una capienza massima di 804 posti. Le organizzazioni del Tavolo Asilo auspicano quindi un intervento urgente per lenire immediatamente, e risolvere in tempi brevi, questa situazione umanitaria allarmante.
A Lampedusa non può essere condotta una procedura d'asilo conforme alla normativa nazionale ed europea. Sull'isola, infatti, non c'è né un tribunale per ricevere un ricorso contro una decisione negativa delle Commissioni, né uno studio legale in grado di prestare assistenza. Questo significa che ai richiedenti asilo viene di fatto negato un diritto sancito nella Direttiva dell'Unione europea sulla Procedura d'asilo nonché nella normativa italiana di attuazione (D.Lgs. 25/08). Questa situazione di mancato accesso alla giurisdizione riguarda anche i migranti, che rischiano di essere espulsi a seguito di procedure rapide e sommarie e senza alcuna possibilità di rivolgersi a un giudice per una valutazione della loro situazione, in violazione dei principi costituzionali nonché della Convenzione europea dei diritti umani.
Infine, non si può dimenticare - sottolineano le organizzazioni del Tavolo Asilo - che le persone che giungono a Lampedusa spesso hanno subito un grave trauma durante il viaggio, per esempio assistere alla morte di propri familiari o di compagni e amici durante la traversata. Nella situazione attuale queste persone si ritrovano, subito dopo essere state soccorse dalla guardia costiera e dalle altre autorità competenti, ad affrontare procedure amministrative, tra cui la stessa procedura di asilo, il cui esito determina il loro futuro e la loro sicurezza personale. Queste prassi si pongono in profondo contrasto con gli standard internazionali sui diritti umani e con lo stesso carattere umanitario del diritto d'asilo. Allarmate e rattristate da questa situazione, le organizzazioni del Tavolo Asilo hanno chiesto un incontro con il Ministro, nella speranza di un ripensamento da parte del Governo.
Firmatari: Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Casa dei diritti sociali-Focus, Centro Astalli, Cir, Comunità di S. Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Medici Senza Frontiere, Movimento migranti e rifugiati di Caserta, Save the Children, Senzaconfine.


Fino un mese fa, chi sbarcava a Lampedusa aveva la coscienza che, nel giro di poche settimane, sarebbe stato trasferito nei Cpt, o Cda o Cara sparsi sulla penisola.
Ma il ministro dell'Interno Roberto Maroni è stato chiaro: dal 2009 l'accordo con la Libia sarà attivo e gli sbarchi caleranno. In ogni caso, nessuno potrà più lasciare l'isola, se non per essere rispedito indietro.






Nel 2008 nel canale di Sicilia sono morte 642 persone, il numero massimo finora registrato. Vengono seppelliti nelle stesse isole dove tentavano di arrivare, spesso senza un nome da affidare alla lapide. A Lampedusa sono sbarcati in oltre 30 mila. Nel 2007 erano stati meno di 12 mila
Una tratta dei poveri, consumata quotidianamente sulla pelle di migliaia di profughi.
I somali sono sempre di più, in fuga dalla tragedia umanitaria che sta sconvolgendo la loro nazione, dilaniata dalla guerra. Tirano fuori tra gli 800 e i 2 mila dollari per permettersi l'intero pacchetto: passaggio del deserto con una delle carovane di camion che dalla Somalia tagliano l'Etiopia e il Sudan, per raggiungere la Libia; quindi la traversata del canale di Sicilia a bordo di una carretta del mare.
La decisione del Ministro Maroni di attivare un centro di identificazione ed espulsione (CIE) degli immigrati sull’isola di Lampedusa, di non consentire regolarmente i trasferimenti dei migranti verso i centri del territorio e di effettuare l'esame delle domande di asilo in loco ha determinato il congestionamento del Centro di Soccorso e Prima Accoglienza (CSPA) di Lampedusa e una crescente e preoccupante tensione sia fra i migranti ospitati – costretti ad un illegittimo allungamento dei tempi di permanenza (che per legge non dovrebbero superare le 48 ore) – sia nella popolazione dell’isola che sta protestando da diversi giorni.



Le solite improvvisazioni dei barbari, pensate a tavolino, lontano dalle reali e primarie esigenze degli ultimi, portono sempre a drammatiche conseguenze.




Vedi anche:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200901articoli/40333girata.asp

http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_23/lampedusa_tensione_immigrati_cpt_5371d0d6-e952-11dd-8250-00144f02aabc.shtml

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/immigrati-3/lampedusa-protesta/lampedusa-protesta.html?rss
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE50M0RY20090123?pageNumber=1&virtualBrandChannel=0







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