mercoledì 14 gennaio 2009

IL TEATRINO DELLA POLITICA

Assistiamo, come sempre, a rappresentazioni di fantapolitica (purtroppo è vera) in cui, dalla massa, sgomitando, si alzano di tanto in tanto le voci di singoli personaggi che cercano visibilità e potere superiori a quelli che già hanno.
Nei due avversi campi della tenzone politica, si rimarcano, come sempre, lotte più o meno intestine per cercare, a destra, di dar voce a interessi corporativi o trovare, a sinistra, una linea comune, che non disperda in mille rivoli la tanto agognata e mai raggiunta unità.
Ancora forse non si è compreso appieno che in Italia, come sostiene
Vito Mancuso su “la Repubblica” di ieri manca quell’ ”identità culturale e sociale” che fa operare l’individuo in favore della società tutta. Esiste solo l’individualismo più sfrenato a scapito di tutti e di tutto.
Le conseguenze di questa realistica constatazione è che il bipartitismo in Italia non può aver seguito e successo perché ogni italiano è un partito, che cura unicamente i propri interessi personali.
Per questo il berlusconismo incarna così bene la misera anima italiana, perché in esso ogni singolo “cittadino” di questo paese si identifica.
Si identifica nella sua insana furbizia, tanto da imitarlo anche solo per raggiungere quella visibilità da ostentare, quella ricchezza monetaria da buttare in faccia al vicino di casa, quella posizione dominante almeno nella microsocietà ambientale in cui vive.
L’assurda pretesa di diventare tutti superuomini ( “io sono un protagonista, non una comparsa”) li rende tutti sudditi inconsapevoli o servi dichiarati di un sistema in cui uno solo può, grazie a ricchezze spropositate, comandare e ordinare a tutti quanti, col sorriso di sufficienza e sussiego sulle labbra. Dicono che il danaro possa comprare tutto, certo è che in questo paese ha comprato l’anima di gran parte dei suoi abitanti.
Ettore Scola afferma, “Basta passare una serata davanti alla tv…. C’è da vergognarsi. Non possiamo prendercela con le veline, coi tronisti, con chi piange o cerca di vincere qualche euro. Il problema è l’affermazione di un modello culturale ( io lo definirei sub-culturale). La filosofia berlusconiana c’è, domina in tv, nella scuola, nell’informazione, nei rapporti tra le persone.”
In quindici anni si è detto addio ( ma era già iniziato col craxismo) ai valori di dignità, rispetto,uguaglianza, solidarietà, trasparenza, senso civico, valori con cui sono state costruite le fondamenta di questa nazione e che ora sono stati spazzati via dall’opportunismo, dal pensiero unico, dalla cieca visione di un mondo privatistico, dal cinismo, dall’arroganza e dalla intransigenza, dall’omertà e dalla corruzione.
Sul fronte di quella che dovrebbe essere l’opposizione politica istituzionale non si riesce a trovare accordo su nulla, dimenticando che la sola linea comune è quella di una accurata e metodica azione di rigetto di questo modo di avvelenare tutta la società; non si scende a patti con chi ti discredita, con chi ti offende cercando tutti i giorni di metterti a 90°, non si media con la saccente intolleranza del parvenu.
Gli unici antidoti a questa infezione deleteria e alla lunga mortale, che si è insinuata in tutti i gangli della società civile e nell’anima stessa dei suoi partecipanti, continuano ad essere i principi etici e morali che stanno alla base della nostra Costituzione Repubblicana. Essa non deve assolutamente essere toccata in nessuna della sue parti, in quanto resta la sola garanzia per la sopravvivenza della democrazia in questo paese.
La nostra fortuna sta forse nelle premesse del discorso di
Curzio Maltese su “la Repubblica” di oggi, la dove afferma che l’attuale governo è:”…capace di vincere le guerre indiane, quelle che si combattono con i cannoni contro archi e frecce. Berlusconi e i suoi ministri sono insomma bravi a far crocifiggere dalle televisioni singole categorie di poveri cristi, dalle maestre agli immigrati, dagli impiegati statali agli assistenti di volo,di volta in volta additati come i responsabili delle sciagure economiche. Già quando si sale verso i piani alti, per esempio dalle maestre alle baronie universitarie, dagli impiegati ai grandi manager pubblici o dalla piccola parrocchia sindacale alla Chiesa, il riformismo e il rigore si stemperano, il moralismo si relativizza. … Berlusconi costruisce perfette macchine da guerra elettorale che poi si rivelano incapaci di governare.”
Questa è la dimostrazione della falsità della tanto sbandierata volontà riformatrice del
berlusconismo come movimento politico. Sono convinto però che dopo le leggi ad personam voglia farsi le riforme ad personam.
Non si può infatti tralasciare che il Cavalier è in grado di decidere e governare solo in tempo di vacche grasse, quando la situazione economica è florida ed egli può pavoneggiarsi per i brillanti successi che accredita a se stesso.
Quando il clima è di stagnazione o di arretramento ( non dimentichiamoci quando la Fininvest era sull’orlo della bancarotta e per salvarla e salvarsi si buttò in politica) non sa più che pesci pigliare ed allora si dedica esclusivamente al suo particulare, oggigiorno giustizia e presidenzialismo.
Ma la crisi che incalza e avanza può essere la malattia che diventa cura per gli intelletti drogati o assopiti e produrre una nuova rinascita.


Occorre toccare il fondo per poter risalire.

1 commento:

progvolution ha detto...

il fondo l'abbiamo già toccato da un pò ma la risalita latita
Sussurri obliqui

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