Alunni, genitori, maestre, studenti, insegnanti, universitari e professori si sono ritrovati tutti quanti insieme contro la neo ministra
"perchè la scuola pubblica non sia ridotta ad un fantasma".
Finalmente, ci voleva una Gelmini, per risvegliare le coscienze addormentate e addomesticate dai reality berlusconiani !!!
Abolizione del tempo pieno, maestro unico e qualcosa come 8 miliardi di euro tagliati in tre anni dal bilancio della scuola sono davvero troppo perchè si potesse pensare che sarebbero stati accettati supinamente dal mondo studentesco e dalle famiglie italiane. Ed ecco allora gli studenti a manifestare in piazza e nelle scuole occupate per rivendicare il loro diritto al sapere. Ma questa volta c'è la novità di avere insieme a loro genitori e insegnanti, in una unione trasversale, per fortuna non ancora politicizzata, a salvaguardia dei loro diritti. Perchè la Gelmini (ma non cadiamo nell'errore di credere che abbia fatto tutto da sola, anzi penso proprio che lei sia solo il parafulmine di progetti decisi da altri nel governo) non vuole riformare la scuola ma farle una cura di denutrizione tanto da demolirla, per consegnare poi l'istruzione alla scuola privata, dove solo chi può permettersela, sarà amorevolmente accudito e accompagnato da tutors nel cammino della scienza.
I principali obiettivi che uno stato democratico si deve proporre sono la salute e l'istruzione dei suoi cittadini, perchè solo con essi la società può progredire in campo civile, sociale ed economico con l'apporto di tutte le sue componenti. L'ottuso conservatorismo della destra paleolitica nostrana vorrebbe invece organizzare la nostra società nella forma di una dittatura illuminata (Berlusconismo?) che potesse governare una massa di sudditi felici e contenti di prenderlo nei denti. Il sorriso fraudolentemente rassicurante della nostra leadership, le continue apparizioni televisive del sempreterno Silvio (meno male che ..... c'è!!!) che dice e nega di aver detto, fanno comunque capire a noi poveri mortali che non dobbiamo preoccuparci di nulla perchè lui si è votato alla politica proprio per risolvere i nostri problemi.
Senonchè quasi ogni mattina un ministro del governo di sua "Eternità" fa dichiarazioni che fanno sorgere problemi o addirittura, come nel caso di Mariastella, emana un decreto che va a colpire pesentemente il nostro futuro generazionale.
L'istruzione, l'università e la ricerca sono i terreni su cui investire per avere cittadini responsabili e culturalmente attrezzati per affrontare i problemi che via via si presenteranno, a causa del globale dissesto politico, finanziario e climatico che il nostro assurdo ed autolesionistico modo di vivere del novecento ha portato in dote a noi e ai nostri figli.
E ora,
- invece di razionalizzare la gestione delle risorse in base ai risultati raggiunti ;
- invece di togliere quelle sacche di privilegio che anche nella scuola , beninteso, resistono e anzi prosperano ;
- invece di investire nella ricerca scientifica affinchè i nostri Cervelli non debbano emigrare all'estero per lavorare (noi spendiamo per la loro istruzione e gli altri se ne avvantaggiano);
- si tagliano le risorse indiscriminatamente in funzione di un bisogno di bilancio statale ;
- si torna al grembiulino nelle scuole elementari, suffragando la sua validità col non creare gelosie e invidie tra alunni con vestiti griffati e non (ma riusciremo a vedere anche i grembiuli griffati !!);
- si torna al maestro unico, al voto in condotta e alla soppressione del tempo pieno, tagliando 87.000 insegnanti precari e ponendo ulteriori problemi alle mamme lavoratrici.
Ma sembriamo proprio un popolo di somari docili da governare?
Credevano di sì, ma si sono sbagliati.
I giovani si sono risvegliati e la novità sta proprio nella spontaneità del risveglio, non patrocinato e sorretto da una opposizione politica (ormai inesistente), ma libero da qualsiasi interferenza estranea, sorretto solamente dalla rabbia di lottare contro chi vuol loro togliere il diritto al sapere e alla conoscenza.
Dulcis in fundo la Lega, per non essere da meno e per non smentire la sua proverbiale vocazione al razzismo ha voluto introdurre nel decreto una norma per istituire, a favore dell'integrazione dei figli degli immigrati, le classi di apprendi-lingua-italiana, le cosiddette classi-ponte per l'inserimento nella scuola normale. Questo altro non è che il ponte della vergogna sul fiume dell'apartheid culturale che avanza.
A questo punto potremmo fare anche la scuola classista della Padania, interdetta ai meridionali, ai negri, ai gialli, agli ebrei, ai musulmani, agli slavi e anche alla razza più bastarda di tutte, quella padana, visto che noi padani siamo stati invasi da tutti durante i secoli e le nostre ave sono state stuprate da tutti .
Voglio ricordare le parole del cardinal Angelo Scola, patriarca di Venezia, che, in proposito ha dichiarato di non essere favorevole, in quanto "la strada più adeguata per affrontare quel processo di meticciato culturale è l'integrazione nelle classi, una vera ricchezza."
Vi suggerisco anche di leggervi il bellissimo articolo di Francesco Merlo su La Repubblica del 15/10/2008 (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/15/il-muro-tra-banchi.131il.html)
Tre umili "consigli per gli acquisti " da chi il '68 l'ha vissuto.
1) Continuate nella vostra lotta a salvaguardia dei vostri diritti, ma continuate a salvaguardare anche il vostro dovere di studiare.
2) Non lasciatevi strumentalizzare da partiti o sindacati ( state molto attenti perchè cercheranno di infiltrarsi per condurvi alle loro mete e non alle vostre).
3) Nel dopo università cercate di restare spiriti liberi, senza farvi ammaliare dalle sirene infide del potere ( quanti di noi sono stati risucchiati nelle burocrazie e negli apparati politici e sindacali, perdendo così la propria libertà critica in cambio di laute prebende. Per questo oggi ci ritroviamo in Italia con questa aria satura di un tanfo intollerabile).
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"Chi trascura di imparare in giovinezza perde il passato ed è morto per il futuro."
Euripide
(Salamina, 480 a.C.– Pella, 406 a.C)
drammaturgo e poeta tragico greco
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