giovedì 18 settembre 2008

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In tutti questi anni ho sempre sentito il bisogno di comunicare ad altri i miei pensieri, le mie sensazioni, ma ora sento che è veramente giunto il momento di liberare la mia mente da tutto quel reticolo di filo spinato che non permetteva ai miei pensieri di uscire, alla mia bocca di parlare, alle mie idee di essere ascoltate e forse condivise da altri.
Nella esistenza di ogni essere umano ci sono episodi, circostanze che dovrebbero far riflettere, dovrebbero dare la possibilità di porsi delle domande, cosa che spesso si evita di fare perché si è totalmente immersi nei gironi infernali di questa società.
Al mattino, quando andiamo in bagno a prepararci per la giornata, ci guardiamo allo specchio, limitandoci però ad osservare il nostro aspetto esteriore. Proviamo a guardarci nel profondo degli occhi ed a chiederci se la nostra immagine riflessa è stata deformata dal nostro vivere quotidiano, se siamo ancora noi o se siamo cambiati tanto da avere un senso di nausea per ciò che vediamo e viviamo. Andiamo sempre alla ricerca di attenuanti, più o meno generiche (oggi fanno tutti così …), di scuse per salvarci in angoli bui ( è la società che mi costringe a comportarmi …), sembriamo incapaci di tirar fuori dal nostro intelletto e dal nostro cuore quel giudizio critico che ci distingue dal resto del mondo animale. Tutti lo abbiamo, ma ci siamo dimenticati di averlo e di usarlo perché la società, o chi per essa, ci impone, anche in maniera subdola, di uniformarci in comportamenti che vengono ritenuti normali, solo perché dettati dal vivere abituale. Riappropriamoci dei nostri criteri di giudizio, non facciamoci lusingare da falsi profeti e dalle loro altrettanto false illusioni. Conosciamo da sempre qual’ è il confine tra bene e male e quindi sappiamo sempre se ciò che stiamo per fare è giusto o sbagliato.
Riacquistiamo la dignità perduta. Usciamo da quella apatica rassegnazione che ha avvolto come una ragnatela le nostre menti. Smettiamola di pensare soltanto al nostro orticello, perché siamo parte di un tutto, la Terra, che ancora ci ospita, malgrado noi facciamo l’inimmaginabile per farci cacciare. La globalizzazione, il mondo a portata di mano o di mouse dovrebbe averci fatto comprendere che tutto quanto accade sulla terra, anche il più lontano da qui, riguarda anche noi e i nostri figli. Crisi economiche, politiche, militari, climatiche, tutto quanto succede ha ripercussioni su tutti gli abitanti del pianeta e quindi anche su di noi.
Apriamo le nostre menti, allarghiamo i nostri orizzonti e ci verrà da chiederci:
Chi ha da guadagnare dal nostro essere in perenne stato confusionale ?
Chi vuole tenerci con la mente annebbiata per poter continuare sempre più a fare i propri interessi?
Chi sta manovrando sottobanco per cambiare le regole del gioco democratico ?
Chi, attraverso il controllo dei media, fa disinformazione e revisionismo storico ?
Chi ci considera solo dei coglioni?



“ Ve lo dico subito.”



Sono



gli schiavi del denaro



e i servi del potere,






che, in Italia, sono degnamente rappresentati e capitanati dal Cavaliere.
Ora direte: "Eccone un altro che vede in Silvio il diavolo."
Non è così. Berlusconi è unicamente il faro che rende visibile quanto di più deteriore c'è nel genere umano. L'uomo più ricco e potente del nostro paese è anche quello più ambizioso e nulla deve ostacolare le sue velleità. Per raggiungere i traguardi, che si è prefissato, è disposto a calpestare diritti, leggi e tutto quanto si frappone ai suoi disegni. Il suffragio elettorale delle elezioni 2008 sembra gli abbia conferito il diritto di fare quello che vuole, di governare in regime assoluto, contro tutte le regole democratiche. La democrazia insomma non è la sua musa ispiratrice, ma solo un ostacolo da superare, il retaggio della 1° repubblica da cancellare.
Lo capisco!!. Abituato, da padrone, a comandare nelle sue aziende, gli deve risultare alquanto ostico dover ascoltare critiche per le sue leggi "ad personam" o essere sottoposto a procedimenti giudiziari da p.m. "comunisti" e da giudici "prevenuti e con intenti persecutori".


Ho titolato questo mio blog "schiavi e servi", perché ritengo che la società occidentale, le cui basi erano etica e libertà, abbia degenerato imboccando una strada che conduce solo alla distruzione dell'uomo. Il sacro principio di uguaglianza del genere umano è stato ripetutamente calpestato, nel Novecento, e la situazione è andata deteriorandosi anche in questi primi anni del XXI secolo.
Guerra, discriminazione, sfruttamento, razzismo, carestia colpiscono sempre maggiormente gli ultimi del pianeta e questo accade per consentire, mantenere ed aumentare il livello di benessere del mondo occidentale. Ecco questo è il problema. Abbiamo nelle nostre menti una sola idea: fare denaro e non importa come, ma farlo per soddisfare i nostri egoistici capricci, le nostre superflue esigenze.
Il denaro, la ricchezza sono diventati il nostro solo scopo di vita, siamo diventati adoratori del "vello d'oro", perché solo con esso troviamo la forza di elevarci sopra la moltitudine, ma non ci sentiamo ugualmente mai appagati. E allora l'idolatria si ripiega su stessa facendoci perdere il senso della nostra vita, rendendoci schiavi di una assurda follia. La ricchezza, fonte di potere porta all'asservimento dei sudditi, di quei poveri di tasca , di dignità e di spirito critico che sono disposti a tutto per l'agognato dio denaro. E' un gioco perverso che porta solo al massacro del genere umano.
Ma voglio terminare questa introduzione con la speranza che possiamo tutti tornare a comprendere il valore della vita, quanto breve sia e quanto siamo piccoli di fronte all'universo. Proprio per questo, voglio credere che la forza della nostra dignità avrà il sopravvento, cosìcché saremo in grado di ribellarci alla tirannia del denaro e di coloro i quali lo rappresentano, tanto da poter, metaforicamente, rispondere a loro con una vignetta di Vauro





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"Di là da un certo segno, la ricchezza e la povertà hanno in comune questa maledizione, che fanno dell'uomo uno schiavo."


Arturo Graf (Atene 1948 - Torino 1913)


poeta e critico letterario italiano

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