giovedì 24 marzo 2011

DANNI PRODOTTI DALLA RADIOATTIVITÀ DELLE CENTRALI NUCLEARI

Ecco alcuni dati contenuti in una relazione del 1985 dei Professori Enzo Tiezzi e Francesco Laschi, il primo Ordinario di Chimica e Fisica dell'Un. Di Siena, il secondo Ricercatore confermato presso il Dip. di Chimica della stessa Università: "Una centrale nucleare, come qualsiasi impianto produttivo del ciclo della tecnologia nucleare, provoca durante il suo normale funzionamento il rilascio quotidiano nell'ambiente circostante di varie quantità di radionuclidi con diversa vita media e diversa qualità di emissione radioattiva. Questi radionuclidi si spandono nell'ambiente e raggiungono l'uomo attraverso le bevande e il cibo, cioè tramite la catena alimentare, oppure per inalazione quando si respira, oppure per contatto epidermico in forma di gas e polvere…..Lo iodio 131 si concentra nella tiroide, lo zolfo ha come sede elettiva la pelle, il cobalto si concentra nel fegato,ecc. Gli organi più delicati sono le ossa, dove lo stronzio, sostituendosi al calcio, irradia il midollo osseo; le ovaie, fondamentali per la trasmissione ereditaria. E' da sottolineare che gli organi della riproduzione sono attaccati da tutti gli isotopi radioattivi: il plutonio 239 si concentra nelle gonadi, portando a difetti di nascita e malformazioni nella prima e future generazioni, ma colpisce anche i polmoni, producendo forme di tumore polmonare. ……….Il fatto fondamentale è che elementi radioattivi diversi si accumulino in maniera diversa nei diversi organi dei vari esseri viventi, animali e vegetali, che fa si che non abbia senso parlare di . I fautori del nucleare sostengono che è superiore alla radioattività emessa dalle centrali………Una ricerca condotta presso alcune popolazioni Indios del Brasile in una zona (Minas Gerais e Goiaz) ad elevato tasso di radioattività naturale, ha rilevato che in tale zona la mortalità per cancro è praticamente inesistente. Gli Indios brasiliani, popolazione insediata nella zona da millenni senza fenomeni migratori, si sarebbe realizzata una selezione naturale che ha eliminato gli individui più deboli."


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CENTRALE NUCLEARE DI FLAMANVILLE (nord della Francia) – Se da noi tornerà l’atomo la tecnologia sarà ripresa da questa centrale nucleare, di terza generazione «Epr», che il gruppo francese Edf sta costruendo a Flamanville, nella porzione di Normandia affacciata sull’Atlantico

Ma ce n'è un'altra più recente del prof. Giuseppe Miserotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Piacenza e membro del Comitato Scientifico dei Medici per l'Ambiente-ISDE Italia-
Il prof. Miserotti, in occasione del convegno Ambiente e Salute organizzato presso l'Ordine dei Medici di Napoli il 15 febbraio 2010, ha presentato i dati sulla correlazione tra vicinanza alle centrali nucleari e aumento di leucemie nei bambini, derivanti dagli studi di Jan Faire (già consulente inglese per la radioprotezione) pubblicati su Environmental Health. Il prof. di Piacenza ha puntualizzato che NEL NORMALE FUNZIONAMENTO DI QUALSIASI CENTRALE NUCLEARE ( ANCHE IN ASSENZA DI INCIDENTI O FUGHE RADIOATTIVE) VENGONO INEVITABILMENTE E OBBLIGATORIAMENTE PRODOTTE ed IMMESSE nell' AMBIENTE ESTERNO una SERIE di SOSTANZE RADIOATTIVE, che ENTRANO ANCHE NELLA CATENA ALIMENTARE dell' UOMO. In particolare TRIZIO e CARBONIO 14 SONO LE SOSTANZE ELIMINATE IN MAGGIORE QUANTITA' DAI NORMALI FUMI e VAPORI EMESSI dalle CENTRALI NUCLEARI.
Il TRIZIO ha un'emivita (tempo di dimezzamento della carica radioattiva) di circa 10-12 anni ed è praticamente un Idrogeno più pesante che viene in parte respirato e in parte assunto con acqua e alimenti da parte dell' uomo. Questa sostanza entra in tutti i tessuti corporei fino al decadimento e alla completa eliminazione.
Il CARBONIO 14 ha invece un'emivita di migliaia di anni e quindi diventa un componente stabile dei nostri tessuti. Si tratta di CANCEROGENI MUTAGENI ad AZIONE DISEMBRIOGENETICA cioè che PROVOCANO TUMORI e MALFORMAZIONI ( interferendo nello sviluppo dei feti umani). Il KiKK Study condotto da Jan Fairie in Germania nelle vicinanze delle 15 centrali nucleari attualmente in funzione, ha dimostrato senza ombra di dubbi, che, i BAMBINI CHE VIVONO NEI PRESSI DI UNA CENTRALE NUCLEARE SI AMMALANO Più FREQUENTEMENTE DI LEUCEMIE (Più del doppio rispetto a bambini non esposti !!).
"La probabilità di ammalarsi di Leucemia, affermano i Medici per l'Ambiente, è direttamente proporzionale alla vicinanza chilometrica con la Centrale Nucleare, ridimensionando tutte le giustificazioni pro-nucleare basate sulla presenza di Centrali a poche centinaia di Km dai nostri confini nazionali"
Anche il fattore TEMPO sembra essere determinante per quanto riguarda l' esposizione alle radiazioni.I Francesi stanno già avendo pesanti ricadute in termini di TUMORI della TIROIDE, che rappresentano le prime manifestazioni neoplastiche in ordine di tempo, ma ben altre conseguenze potranno verificarsi nei prossimi decenni. " Nessuno dice che in FRANCIA LA FREQUENZA DI TUMORI TIROIDEI È AUMENTATA del 300% nelle DONNE e del 180% negli UOMINI in soli VENTI ANNI!!"
C'è poi il problema dei lavoratori, che vengono comunque indennizzati economicamente, NON esistendo una possibilità scientifica di definire soglie di esposizioni corrispondenti ad assenza di pericoli per la Salute" Non bisogna dimenticare,poi, che la lavorazione dell' Uranio per scopi civili produce il Plutonio necessario a costruire testate nucleari".
Fonte

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Mappa diffusa lo scorso anno sulla base di uno studio indipendente delle probabili sedi italiane individuate per ospitare nuove centrali nucleari,- iniziano a girare i primi nomi dei siti che ospiteranno le centrali: Monfalcone (Go), Chioggia (Ve), Ravenna, Caorso (Pc), Trino (Vc), Fossano (Cn), Scarlino (Gr), San Benedetto (Ap), Latina, Termoli (Cb), Garigliano (Ce), Mola (Ba), Scanzano Ionico (Mt), Palma (Ag), Oristano. Da una prima occhiata, risulta che tutti i possibili siti individuati, siano nei pressi di corsi d’acqua e che nel caso di Caorso e Tirino, si tratterebbe di una riapertura delle centrali nucleari già esistenti.

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