Pochi giorni dopo la “Tienanmen peruviana”, il Perù approva un imponente progetto petrolifero
Frecce incrociate lasciate da indiani incontattati nell’area dove sta lavorando la Perenco. © Marek Wolodzko/Survival |
Il governo del Perù ha dato alla Perenco, una compagnia petrolifera anglo-francese, il via libera alle sue attività in Amazzonia, a soli tredici giorni dalle manifestazioni di protesta contro lo sfruttamento della foresta peruviana in cui hanno perso la vita più di 30 persone.
Questo progetto, che interessa un’area in cui vivono due gruppi di indiani incontattati, è considerato come la più grande scoperta di giacimenti di petrolio in Perù degli ultimi 30 anni. La Perenco, in passato, ha negato l’esistenza di indiani incontattati in queste zone.
Qualche tempo fa gli indigeni delle zone interessate dal progetto avevano cercato di impedire alla Perenco di penetrare nell’area. In almeno un’occasione la compagnia petrolifera ha forzato questi blocchi con l’aiuto delle forze armate peruviane.
Membri molto influenti del governo del Perù confidano che il progetto della Perenco trasformerà l’economia del paese. Mentre erano in atto le proteste contro la sua compagnia, il presidente della Perenco, François Perrodo ha incontrato il Presidente del Perù Garcia a Lima e ha promesso di investire 2 miliardi di dollari nel progetto.
Il via libera del governo peruviano arriva solo pochi giorni dopo le massicce mobilitazioni, soffocate con la violenza dalla polizia, che hanno avuto luogo nel nord del Perù e che hanno causato morti sia tra i poliziotti sia tra i manifestanti indigeni. Il numero esatto delle vittime è ancora sconosciuto. Survival ha pubblicato il rapporto di due testimoni oculari del massacro.
La Perenco intende costruire nuove piattaforme e scavare pozzi: per farlo sarà necessario, tra le altre cose, anche il trasporto aereo di 24.000 sacchi di cemento. La compagnia, inoltre, ha ammesso che saranno possibili conseguenze del suo lavoro la “contaminazione del suolo”, la “contaminazione dell’acqua”, nonché la migrazione di selvaggina e uccelli. Si tratta di elementi essenziali per la sopravvivenza degli Indiani incontattati che abitano queste zone. Inoltre, ancor più grave, questi gruppi di Indiani andrebbero incontro alla minaccia molto concreta di essere contagiati da malattie per cui non possiedono difese immunitarie.
“Tutti coloro che speravano che le terribili violenze delle scorse settimane avrebbero reso le decisioni del governo peruviano più sensibili nei confronti dei popoli indigeni dell’Amazzonia, resteranno veramente sconvolti nell’apprendere questa notizia” ha dichiarato oggi Stephen Corry, Direttore Generale di Survival. “Il momento non poteva essere peggiore: il governo peruviano sta cercando di migliorare la propria immagine pubblica, ma, quando si tratta di compagnie petrolifere, quello che conta più di tutto è sempre e solo il profitto”.
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