domenica 22 febbraio 2009

CAMBOGIA: ALLA SBARRA IL SIGNORE DELLA MORTE DI PHNOM PENH

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Ogni sera Him Huy studiava la lista dei condannati che da lì a poche ore avrebbe dovuto uccidere. Sarebbero stati scaricati da un carro e messi in fila lungo una buca scavata in un campo alle porte di Phnom Penh. Alla nuca dei prigionieri terrorizzati e tremanti avrebbe sferrato "uno, a volte due" colpi con una spranga di ferro. Non importava se fossero uomini, donne o bambini; né se fossero veri 'traditori' della rivoluzione dei Khmer Rossi o semplici insegnanti la cui unica colpa era di portare gli occhiali e, per questo, di appartenere alla 'casta' degli intellettuali borghesi. E ogni volta si chiedeva se l'indomani quella sorte sarebbe toccata a lui. Him Huy era uno dei boia di Tuol Sleng, la famigerata Security Prison 21, un ex liceo trasformato in carcere e centro di torture per quanti, secondo il regime di Pol Pot, meritavano di morire. Il suo direttore, Kaing Guek Eay, è stato martedì 17 il primo Khmer a finire sotto processo per crimini contro l'umanita' in un processo a lungo atteso, ma che molti temono possa risolversi in una farsa costruita per accontentare quell'80 per cento della popolazione cambogiana che si sente vittima dei Khmer e lucrare sul bilancio di 56 milioni di dollari stanziati per il procedimento. Kang Kek, meglio conosciuto come 'il compagno Duch' e' uno dei cinque leader del vecchio regime oggi in carcere. Gli altri quattro sono in attesa di giudizio. Fra i teste chiave nel dibattimento vi sarà Vann Nath, uno dei sette sopravvissuti alla prigione S-21 nella quale tra il 1975 e il 1979 morirono piu' di 17mila persone. Di questi sette solo tre sono ancora vivi. 'Duch' - 66 anni - dovrà rispondere di "crimini di guerra" e di "crimini contro l'umanità". Sul suo capo pende l'accusa di aver ordinato torture, stupri e piu' di cento omicidi al giorno. E' il primo procedimento in assoluto a carico di un esponente di prima fila dei khmer rossi; esso si terrà presso il Tribunale speciale della Corte di Cambogia, un organismo creato e sostenuto dalle Nazioni Unite, al quale è affidato il compito di giudicare i crimini compiuti dal regime di Pol Pot negli anni '70. La storia del compagno "Duch" e' legata, nel bene e nel male, alla sorte di Vann Nath, la cui vita ha ispirato un documentario sui massacri perpetrati dai Khmer Rossi. Nel 2010 dovrebbe iniziare il processo a carico di altre quattro figure di primo piano del regime. Essi sono: Khieu Samphan, 77 anni, ex capo di Stato; Ieng Sary, 83 anni, Ministro degli esteri; Ieng Thirith, 76 anni, moglie di Sary e Ministro per gli affari sociali; Nuon Chea, 82 anni, ideologo del regime e soprannominato "fratello numero 2". Pol Pot, il sanguinario dittatore conosciuto come "fratello numero 1" è morto il 15 aprile del 1998, senza aver mai risposto delle atrocità commesse. Il tribunale chiamato a giudicare i crimini in Cambogia e' stato creato nel maggio 2006, dopo otto anni di trattative tra Phnom Penh e le Nazioni Unite, che hanno fatto mettere in dubbio la volontà del governo di renderlo operativo. Il Consiglio supremo della magistratura ha approvato la nomina di 17 giudici cambogiani e 13 di altri Paesi. Nel 2008 il tribunale speciale ha attraversato una profonda crisi finanziaria: il fondo originario di 56 milioni di dollari stanziato per i primi tre anni e' risultato insufficiente, i costi sono lievitati a causa delle numerose udienze preliminari volute dai giudici e permane il pericolo che gli sforzi fatti sinora per mettere alla sbarra gli esponenti del regime risultino vani. Il dramma cambogiano resta ancora una ferita aperta nel Paese: secondo un recente sondaggio l'80% delle persone si sente "vittima dei crimini" compiuti dai Khmer Rossi, alcuni dei quali però - soprattutto fra gli esponenti di secondo grado e i quadri del vecchio regime - occupano un ruolo attivo nella vita politica del Paese. Essi non hanno alcun interesse ad approfondire indagini per crimini commessi nel passato per connivenza, paura o perchè convinti della follia rivoluzionaria di Pol Pot, che non ha esitato a sterminare quasi due milioni di persone pur di creare "l'uomo nuovo" in Cambogia. Gli imputati hanno anche una età avanzata: alcuni sono gravemente malati e vi è il rischio concreto che non vedano nemmeno la fine del processo.

2 commenti:

Pellescura ha detto...

Follia e orrore

Anonimo ha detto...

Il regime dei Khmer rossi, è sempre stato guardato poco. almeno in Italia, non è molto conosciuta come vicenda. Ed è un peccato. E questo post dimostra quando insensato è il mondo a volte. E non solo qui.

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