lunedì 3 ottobre 2011

PARAGUAY: IL POPOLO AYOREO A RISCHIO DI ESTINZIONE

In Paraguay, il popolo degli Ayoreo stanno lottando per la sopravvivenza e per salvare le terre ancestrali nella regione del Chaco dalle aziende di bestiame, dagli agricoltori e dalle sette religiose che si stanno trasferendo nella zona, con annesso disboscamento diffuso. I nuovi arrivati ​​vogliono rendere il terreno adatto all'agricoltura e al pascolo di bestiame. La pratica di bruciare e poi radere al suolo la vegetazione sta rendendo la zona sempre più arida.

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Una donna Ayoreo torna a guardare la casa abbandonata sotto l'incalzare del disboscamento, Paraguay. © Survival

La regione del Chaco, situata nel sud-ovest del Paraguay, è una delle terre più inospitali dell'intero Sud-America. Nonostante occupi il 60% della superficie del Paese, è abitata da solo il 2% della popolazione. Il noto regista e ambientalista David Attenborough ha elogiato la bellezza del Chaco definendola "una delle ultime grandi aree selvagge rimaste al mondo", richiedendone lo status di area protetta per via delle numerose specie di piante e animali che popolano le sue dense foreste.
La conservazione delle aree forestali non è vitale solo per il sostentamento della biodiversità della regione, ma anche la sopravvivenza del popolo Ayoreo. Non si tratta semplicemente della questione di trasferirli altrove. Questo territorio -- "Eami" nella loro lingua -- è legato alla loro storia e identità, ed è pertanto considerato sacro. Come ha sottolineato un membro della tribù, "La nostra storia è incisa in ogni ruscello, in ogni pozza d'acqua, sugli alberi ... il nostro territorio si esprime attraverso la nostra storia, perché il popolo Ayoreo e questa terra sono un unico essere".
Mentre agli Ayoreo è stato legalmente assegnato un terreno contestato dal governo del Paraguay, due società brasiliane di carne bovina, la BBC SA e la River Plate SA, rifiutano di consegnare la terra se non sufficientemente compensate. Queste aziende stanno cercando di ottenere il permesso per distruggere un'ampia area confinante con il territorio occupato dagli Ayoreo. Questo significa costringerli in una zona ancora più ristretta, emarginandoli sempre più. Anche se le autorità paraguaiane sostengono l'espansione dell'allevamento e delle industrie agricole in tutto il Chaco come un mezzo per rilanciare l'economia, i danni a lungo termine sia dal punto di vista dei diritti umani che di quelli ambientali sarebbero catastrofici. La pratica del "taglia e brucia" porterà solo benefici a breve termine, a scapito dell'ecologia del Paraguay, oltre all'estinzione del popolo Ayoreo.

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Gruppo di Ayoreo-Totobiegosode contattato nel 2004.© GAT

Gli Ayoreo-Totobeigosode, una delle diverse comunità che compongono questo popolo, rappresentano uno degli ultimi gruppi rimasti in completo isolamento nel mondo, ma le aziende brasiliane di carne bovina, i contadini benestanti, e le comunità mennonite (alla ricerca di aree remote in cui vivere letteralmente in base agli insegnamenti della Bibbia) ne stanno invadendo il territorio. Negli anni 1950, gli Ayoreo vivevano in una zona di 2.800.000 ettari, ora ne rivendicano solo 550.00 ettari - una perdita di quasi l'80 per cento. Secondo la BBC, dal 2007 sono scomparsi oltre 1 milione di ettari. Inoltre, i nuovi arrivati ​​nella regione del Chaco hanno portato malattie, come il morbillo, prima sconosciute per loro.
Sia la BBC SA che la River Plare S.A sono state riprese due volte da delle immagini satellitari mentre distruggono illegalmente aree boschive protette. Yaguarete Pera, altra impresa brasiliana del bestiame presente nella regione, è stata dichiarata colpevole di disboscamento e di aver nascosto le prove della precedente presenza degli Ayoreo nella zona.
Consapevole di questa controversia, nel 2010 Survival International ha premiato Yaguarete Pera con il ‘Greenwashing Award’ per "aver camuffato la distruzione di una vasta area della foresta degli indigeni facendolo passare come nobile gesto per la conservazione".

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Un gruppo di leader Totobiegosode riuniti attorno ai bulldozer che stanno distruggendo il loro territorio di caccia, Paraguay. © Survival International

Il 10 agosto scorso Survival International ha anche inviato un rapporto al Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale (CERD), sostenendo che gli Ayores-Totobeigosode sono in "imminente pericolo" di essere sterminati. Ad oggi la loro popolazione è di appena 5.600 persone, di cui 3.000 circa in Bolivia e 2.600 in Paraguay. Gli Ayoreo sono stati attirati fuori dalle loro case, spesso con la forza, verso la società moderna con la promessa di una vita migliore. Come ricorda Aquino Picanerai: "Ci hanno portato nel mondo dei bianchi e ci hanno rinchiuso in questo campo di concentramento." Non essendo dotati delle competenze necessarie a prosperare nella società moderna e disincantati dalla situazione, questo popolo indigeno è tornato a un modo di vita più tradizionale. Altri hanno respinto la modernità fin dall'inizio, scegliendo di non lasciare mai la foresta, sperando di rimanere nascosti e indisturbati dal mondo esterno. Purtroppo non è andata così. I profitti in aumento dalla carne bovina e la disponibilità di terreni a buon mercato continuano ad attirare nella regione gli speculatori in cerca di fortuna.
Alcuni funzionari del governo paraguaiano hanno espresso la necessità di nuovi investimenti, dichiarando che la situazione dei diritti umani e della deforestazione è stata esagerata. Le lasche leggi del Paese facilitano la completa distruzione della foresta. Secondo l'attuale normativa, infatti, qualsiasi individuo o azienda può distruggere fino al 75% del terreno di una foresta, per poi venderne il rimanente 25% ad un'altra entità che ha diritto a devastarne il rimanente 75% e così via. Il processo porta alla completa distruzione del territorio. L'anno scorso, il Parlamento non è riuscito ad approvare una norma che avrebbe posto il divieto di deforestazione nella regione del Chaco.

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Un uomo Ayoreo, Paraguay. © Survival

Nel tentativo di spiegare il silenzio pubblico che circonda le ingiustizie perpetrate in quest'area, Benno Glauser, direttore di Iniciativa Amotocodie, dichiara che "l'opinione pubblica non ha opinione in merito". Il Chaco è alla periferia di un Paese con scarsa importanza internazionale. Anche in Paraguay, questi nativi non rientrano nella società guaraní che compone la maggior parte della popolazione - oltre il 98% dei paraguaiani è meticcio o di origine prevalentemente europea. Al contrario, il deserto del Chaco è popolato da tribù indigene e isolazionisti religiosi. Nel discorso pubblico, il tentativo di salvare gli Ayoreo rimane un ostacolo indefinito per lo sviluppo economico. Se la questione continua a rimanere ignorata, allora il fascino del profitto continuerà a prevalere sulle questioni umane.
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Post originale: In Paraguay a Familiar Story is Playing Out, di Sean O’ Leary. Ripreso dal blog del Council on Hemispheric Affairs -TRADOTTO DA ELENA INTRA-
Fonte

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