martedì 21 giugno 2011

PERÙ: GLI INDIGENI AYMARA ANNUNCIANO LA RIPRESA DELLE PROTESTE A PUNO

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Contadini Aymara. Puno, Peru. (Foto di Enrique Molina)


Dopo la tregua temporanea concessa per permettere lo svolgimento delle elezioni presidenziali nella regione di Puno, gli Aymara  hanno annunciato che riprenderanno lo sciopero a oltranza con il quale pretendono la revoca delle concessioni minerarie nella regione di Puno, per prevenire i danni che causano all'ecosistema e l'inquinamento dei fiumi e del lago Titicaca.
Va ricordato che, recentemente, circa 15.000 Aymara hanno manifestato nella città di Puno e in quell'occasione si sono verificati numerosi incidenti che hanno paralizzato la capitale per molti giorni, impedendo a molti turisti di muoversi.
La regione di Puno si trova a più di 1000 chilometri da Lima, al confine con il Brasile, ed è la seconda regione peruviana per quantità di ettari sfruttati da progetti minerari, secondo lo studioso Jose de Echave.
Il governo ha rifiutato la cancellazione [delle concessioni], ma ha raggiunto un accordo con le comunità Aymara che prevede la sospensione delle concessioni di sfruttamento minerario e petrolifero nella regione di Puno per il periodo di 14 mesi in quattro province (Yunguyo, Chucuito, Callao, e Juli). Le comunità indigene chiedono anche la deroga del Decreto Supremo 082-2007-EM, secondo quanto afferma Walter Adurviri, Presidente delFrente de Defensa de los Recursos Naturales de la zona sur de Puno.
Aduviri ha dichiarato al giornale di Puno Los Andes che, anche se anche se considera in modo positivo la vittoria di Ollanta Humala , gli Aymara non si accontenteranno di promesse ma esigeranno degli accordi scritti. Nel frattempo il presidente del Governo regionale di Puno, Mauricio Rodriguez, ha richiesto che il presidente neo eletto intervenga in merito.
Gli Aymara ed i Quechua, ai quali presto si aggiungeranno le comunità di altre zone di Puno, esigono che sia rispettato il loro diritto a essere consultati preventivamente in caso di concessioni di estrazione mineraria e petrolifera, sostenendo che questo tipo di attività economiche inquinano l'ambiente e distruggono le loro tradizioni. Questa denuncia è stata riportata dal blogger Peruanista:
“Le comunità Quechua e Aymara della regione di Puno non rifiutano le miniere in toto, ma vogliono partecipare al processo di concessione delle licenze per indicare quali sono le zone più appropriate per estrarre materiali senza inquinare i bacini dei fiumi e il lago Titicaca in cui confluiscono. Il Titicaca, oltre a essere il secondo lago di acqua dolce più grande del Sudamerica, è anche un simbolo sacro della cosmovisione andina. Il problema è che il governo centrale agisce in modo razzista concendendo autorizzazioni a compagnie minerarie, per la maggior parte straniere, senza consultare gli abitanti originari che vivono nella regione in cui i minerali vengono estratti.”
La popolazione indigena di Puno, una delle regioni del Perù a più alto tasso di analfabetismo, malnutrizione e povertà, vive principalmente di agricoltura, uno dei settori trascurati dai vari governi. Nonostante ciò nella zona vengono coltivate più di un migliaio di tipi di patate native e la regione può vantare il primo posto nella produzione nazionale di questo tubero.
Walter Aduviri, un leader seguito dalle comunità nonostante le autorità mettano in dubbio il suo ruolo, ha annunciato che lo sciopero riprende, anche se non sa dire quante comunità vi prenderanno parte nel complesso.
Fonte
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