Le Tigri tamil (Ltte), che solo due anni fa controllavano tutto il nord e la costa orientale dello Sri Lanka, sono ormai accerchiate in cinquanta chilometri quadrati di giungla a nord di Mullaitivu.
150 mila civili sotto le bombe. Almeno centocinquantamila civili sono ancora intrappolati nella zona dei combattimenti, esposti ai bombardamenti dell'artiglieria e dell'aviazione governative. Secondo il sito Internet filo-ribelle TamilNet, 135 civili sono morti sotto le bombe tra sabato e martedì. Le ultime vittime, secondo questa fonte, si sono avute ieri mattina, quando alcuni proiettili d'artiglieria sono caduti su un ospedale da campo nella Safe Zone costiera, uccidendo tredici civili, tra cui quattro bambini, e ferendone altri cinquantasei.
3 mila feriti evacuati via mare. Gli sfollati che continuano ad ammassarsi sulla costa di fronte a Puthukkudiyiruppu, si accampano sulle spiagge senza riparo, senza cibo e senza acqua potabile. Il piccolo ospedale da campo di Maaththalan non ha più medicine per curare le centinaia di bambini, donne e anziani feriti che continuano ad affluire ogni giorno dall'entroterra. I casi più gravi vengono evacuati via mare dalla Croce Rossa Internazionale, che dal 10 febbraio ha organizzato un ponte navale dal villaggio costiero di Putumattalan per portare i feriti negli ospedali di Trincomalee e Kantale: quasi tremila feriti sono stati tratti in salvo finora.
Enrico Piovesana
4 commenti:
E vediamo se ancora una volta notiziari e quotidiani si occuperanno dell'ennesimo scandalo rosa, invece di informarci su eventi così importanti e tragici del mondo, che, d'altra parte, si vuole così tanto globalizzato.
Ma quale sicurezza se non la loro?
Risposta a Vincenzo - Purtroppo nessuno ne parla, perchè, come sempre gli ultimi non interessano a nessuno.
Risposta a Riverinflood - E' la sicurezza di veder scomparire un'altra etnia
Si fa sempre per la sicurezza degli altri. E' evidente che se molte associazioni internazionali denunciano, allora le stesse sono in torto. Guarda che veramente è un mondo incapace di trattarsi bene.
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