mercoledì 11 febbraio 2009

LA NEBBIA



A volte scende all’improvviso, a volte in modo graduale e la realtà muta in uno scenario surreale.
Per chi non vive in zone invase dalla nebbia, questa potrebbe essere una scocciatura o anche una maledizione, ma per me che sono nato qui e che di nebbia, come si dice da noi, “ne ho mangiata tanta”, essa racchiude in sé qualcosa di magico.
Ha la capacità di trasformare le immagini che conosciamo in altre, come se mettessimo un filtro davanti all’obiettivo di una macchina fotografica. Ma tutto non si risolve in un’azione sostanzialmente meccanica, perché la nebbia avvolge, maschera, nasconde ed evidenzia nel contempo, è qualcosa di impalpabile che ti circonda e ti avvolge, ti imprigiona, ti rinchiude in un bozzolo, in cui puoi quasi nasconderti ad osservare un mondo esterno trasformato e da cui non puoi uscire se non rivelando il tuo io.
Nella nebbia ti specchi, perché ti trovi solo con la tua mente e con il tuo cuore , non puoi far altro che manifestarti per quello che sei.
Camminare nelle serate di nebbia sotto i portici di Busseto è sentire
il rumore del silenzio intorno,
i passi ovattati di qualcuno che se ne ritorna a casa,
il lontano rintocco dell’orologio della torre della Rocca, a poche decine di metri,
le sfumature delle case, che sembrano muoversi accarezzate dall’oscurità invisibile.
Sei solo e ti ritrovi con te stesso e i tuoi pensieri . Ti senti diverso, quasi messo a nudo, ma al riparo dallo sguardo altrui.
La vita ti scorre davanti, ripensi agli errori fatti (e sono tanti), e alle azioni buone (e sono poche), ma sai che se potessi tornare indietro rifaresti probabilmente gli stessi errori .
Accompagnato dalla tua anima continui a fare la tua vasca sotto i portici e ti sembra quasi che la nebbia abbia una vita, un profumo.
No è solo il profumo che sale da una cantina, dove è appeso un culatello a stagionare.


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